Home » Archivio News » ANIMALI: L'AQUILA; VETERINARI,ORA UNITA' NAZIONALE EMERGENZE

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23/04/2010
(ANSA) - ROMA, 19 APR - Il lavoro dei veterinari nell' emergenza terremoto dell'Aquila ha funzionato. Ora secondo l' Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi) occorre fare tesoro dell'esperienza e creare un modello organizzativo che possa reagire in caso di necessità, su tutto il territorio nazionale. \"La nostra è stata tutta improvvisazione - spiega Marco Della Torre, presidente dell'Anmvi Abruzzo - e parecchie cose le abbiamo pensate noi, a partire dalle ispezioni negli hotel. Immaginate un cane di 40 kg in una stanza di tre metri per quattro, oppure un gatto persiano in una camera rivestita di moquette, un vero e proprio disastro per le pulizie. La gestione dei proprietari con gli animali infatti era difficile nelle tende e poi negli alberghi, visto che alcune strutture erano impreparate ad accoglierli\". Di fatto \"in caso di calamità naturale - spiega Giuseppe Aseleti, presidente dell'Ordine dei veterinari della provincia dell'Aquila - il medico veterinario 'deve' intervenire, è nel codice deontologico. Noi liberi professionisti abbiamo fatto volontariato, la Protezione civile e l'Istituto Zooprofilattico di Abruzzo e Molise (Izs) si sono organizzati bene, ma la cosa più logica è creare un'unità legata alla Protezione civile\". Un'ipotesi è quella di un coordinamento fra dipartimento dei servizi veterinari della regione e Protezione civile, che definisca linee guida, procedure, catena di comando istituzionale. In Italia la rete dei medici è diffusa sul territorio. \"I veterinari sono un po' come i carabinieri - aggiunge Aseleti - che hanno una stazione anche nei piccoli paesi\". Nel caso del terremoto dell'Aquila, la Protezione civile ha affidato il coordinamento dell'unità di crisi per l'emergenza veterinaria all'Izs di Abruzzo e Molise. \"Per la prima volta dopo un sisma - afferma il presidente dell'Ordine veterinari dell'Aquila - gli animali sono stati trattati alla stessa stregua degli esseri umani. Oltre a cibo e acqua hanno ricevuto cure, perché sono esseri senzienti, in grado di percepire il dolore\". In particolare, \"oltre alla rete di quaranta ambulatori veterinari delle province di Teramo, Pescara e Chieti - spiega Aseleti, coordinatore all'Aquila nell'emergenza - abbiamo potuto contare su quattro sale operatorie in altrettanti container e tre tende per l'assistenza (Villa S. Angelo, San Vittorino e Piazza d'Armi all'Aquila), di cui una impiegata per interventi salvavita\". Oltre che sul lavoro di veterinari spesso a loro volta 'sfollati', l'assistenza agli animali ha potuto usufruire anche di donazioni. \"Un anonimo della zona di Milano - racconta Aseleti - ha donato 30mila euro, che abbiamo usato per sterilizzare 230 gatti di proprietà e pensiamo di arrivare presto a 300\". Secondo il medico poi \"il problema del randagismo all'Aquila è serio: sono stati installati 1.600 microchip ai cani nelle tendopoli\". Ecco alcuni numeri: sono stati censiti nelle tende 2.134 cani e 536 gatti; effettuati 3.738 gli interventi di assistenza clinica e 805 interventi di assistenza chirurgica; recuperati 884 cani e 325 gatti. I veterinari sono stati anche responsabili dell'igiene degli alimenti, in tendopoli, alberghi e stabilimenti produttivi, effettuando inoltre 2.141 ispezioni negli allevamenti. (ANSA).
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